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La bellezza salverà il mondo e anche Corviale

Corviale, Galleria Tabacchi - Foto Mauro Monti

La bellezza salverà il mondo e anche Corviale

Corviale, quarto Lotto, Largo Tabacchi: no, le sigarette non c’entrano niente, questa piazzetta è dedicata ad uno scultore lombardo molto in voga alla fine del XIX secolo: Odoardo Tabacchi. Non è dunque un caso che sia nato proprio qui un progetto artistico che darà nuovo colore al cemento del serpentone.

Sull’ingresso delle scale centrali, la raffigurazione di una delle opere dell’artista a cui è intitolato il Largo: “Mosca cieca”. Sono colori che prendono vita e diventano anche ricordo: davanti alla panchina sulla quale ogni sera si riuniscono alcuni ragazzi del quartiere c’è il ritratto di uno di loro, recentemente scomparso in un incidente stradale, di nuovo lì a incrociare ogni giorno i loro sguardi.

L’ideatrice di questo progetto è Ida D’Orazi, presidente del Centro Anziani di Corviale, da 30 anni impegnata sul territorio ed ex consigliere municipale.

https://youtu.be/afVl8_oqVmg

“Abbiamo fatto molto in questi anni – dice la D’Orazi – ma è come se qualcosa impedisca la rinascita, la riqualificazione. Una colpa ce l’ha la politica che ha diviso il territorio, seguendo una contrapposizione che non ha mai portato a nulla”.

Ma come troviamo scritto su uno dei murales: Nihil difficile volenti – nulla è arduo per colui che vuole, e a volte per vincere resistenze più o meno visibili, occorre una forza gentile, come quella della bellezza, in grado anche di smuovere gli animi e – come ha detto Papa Francesco all’inaugurazione del Centro di accoglienza in Palazzo Migliori – persino guarire.

Ma la svolta vera è arrivata, incredibile a pensarsi, con il lockdown dovuto al Covid: quella situazione di distanziamento sociale ha infatti avvicinato le diverse posizioni e alimentato la voglia di fare qualcosa per il quartiere.

“Il Covid – racconta la D’Orazi – ci ha improvvisamente legati: mi è venuto in mente di fare un gruppo di persone che condividesse la giornata, la quotidianità; dalla chat, composta da gente di tutti i lotti di Corviale, abbiamo iniziato a dialogare: dovevamo fare qualcosa per il nostro territorio, qualcosa di bello. Ho pensato alle gallerie, che erano buie, grigie, e ai colori che potevano trasformarle”.

“Attraverso l’incontro con una street artist – ha aggiunto – è nata l’idea di fare qualcosa di bello su questo territorio grigio”; ma forse la cosa più bella è stata riscoprire un senso comune di appartenenza.

“Improvvisamente – ribadisce la D’Orazi – con questa iniziativa abbiamo iniziato ad amare il nostro quartiere. Corviale è una piccola cittadina, nata male e difficilmente gestibile a livello di pulizia, dove è possibile fare molto solo se c’è unione, ed è bello che questo movimento nasca dal basso”.

In questi ultimi mesi numerosi volontari si sono avvicendati nella pulizia della galleria e nella preparazione dei muri, imbiancando quelle pareti che in altri tempi avrebbero resistito nel loro candore solo pochi giorni.

“Prima questo era uno spazio dove portavano a spasso i cani – racconta Ida D’Orazi – ora vedo che sui muri che abbiamo imbiancato non c’è nessuna scritta. I ragazzi rispettano il lavoro fatto perché hanno capito il sacrificio; in molti casi hanno partecipato le loro mamme, o loro in prima persona. Chi pulisce non sporca”.

E ha concluso: “La volontà è di estendere questo progetto a tutto il palazzo, invogliando così tutti a venire a Corviale per fare una bella passeggiata tra le opere d’arte. Tutti noi amiamo il bello, il mondo è a colori, non è grigio, e la nostra non è una lotta contro qualcuno, è un rapporto d’amicizia, un bel rapporto d’amore”.

L’appuntamento dunque è per domani, mercoledì 22 luglio alle 18 per l’inaugurazione di questo percorso che vuole coprire tutto il chilometro del serpentone, per unire attraverso l’arte, i suoi abitanti. L’arte e la bellezza come comunione, perché – come ha detto Papa Francesco ai “Patrons of the Arts” dei Musei Vaticani in occasione del 35° anniversario dell’Associazione – l’arte è in grado di congiungere il passato, il presente e l’avvenire, attirando nello stesso luogo e coinvolgendo nel medesimo sguardo genti diverse e popoli distanti.

Mauro Monti

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